Non sei autorizzato a vedere i links.
Registrati o
Login da alcuni anni c'è una rubrica sulle notizie sull'ambiente a cadenza settimanale, da un 6 mesi a questa parte sto raccogliendo le notizie in diverse note di facebook questa è quella di Gennaio 2017
RINNOVABILI GIUNTE AL PUNTO DI "SVOLTA"
La produzione di energia verde nel mondo ha raggiunto un punto di svolta, questo grazie al fatto che il costo di produzione dell'energia attraverso fonti solari ed eoliche è sceso fino al punto di essere competitivo rispetto al carbone e il gas naturale.
Un cambiamento di paradigma che dovrebbe attirare gli investitori a livello mondiale, verso il settore delle rinnovabili.
Lo dice un recente rapporto pubblicato dal World Economic Forum (WEF) che ha analizzato i dati provenienti da Open Energy Information, Bloomberg New Energy Finance, S & P Index, United Nations Environmental Programme (UNEP) e da altre fonti, sull'efficienza e i rendimenti degli investimenti nelle energie rinnovabili e ha analizzato sia gli investimenti globali nelle rinnovabili che i casi specifici di alcuni investitori istituzionali.
Secondo la ricerca, l'energia rinnovabile ha raggiunto un punto di non ritorno: costituisce ormai la migliore possibilità di invertire il riscaldamento globale.
Solare ed eolica sono diventati molto competitivi e i costi continuano a calare.
Non sono solo un'opzione commercialmente valida, ma un'opportunità di investimento a titolo definitivo convincente a lungo termine.
Il rapporto WEF sottolinea che il costo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è ora pari o inferiore a quello di carbone e di gas e che soltanto dieci anni fa, i costi del solare erano di circa 600 dollari/Megawattora, molto al di sopra delle diffuse fonti di carbone e gas naturale che costavano 100 dollari/ MWh. Tuttavia, i costi del solare si erano già dimezzati cinque anni più tardi e oggi sono calati fino a 100 dollari/MWh. I costi dell'eolico sono arrivati a circa 50 dollari/ MWh.
I risultati di questa svolta, per il WEF, sono già evidenti sul mercato: secondo l'UNEP, nel 2015 gli investimenti nell'energia rinnovabile hanno superato per la prima volta quelli delle fonti convenzionali: sono stati spesi 285, 9 miliardi di dollari, con un aumento del 5% rispetto ai di 273 miliardi di dollari del 2014. Bloomberg New Energy Finance spiega, a sua volta, che si tratta del 53, 6% della nuova capacità totale aggiunta in tutto il mondo nel 2015.
PIU' PISTE CICLABILI IN ITALIA Più piste ciclabili in Italia dal 2008 al 2015: un aumento del 47, 7%, mentre per le aree pedonali si tratta di un 27, 2%.
Lo dice una recente ricerca del Centro ricerche Continental autocarro (su elaborazione Istat), calcolati su una media rilevata nei comuni capoluogo di provincia italiani.
Dati che mostrano come siano cambiate le politiche per quanto riguarda la mobilità sostenibile, nel giro di sette anni.
Sono segnali di progressiva attenzione alla mobilità dolce, in un Paese che però deve ancora dare una svolta sulla riduzione dell'uso dell'automobile.
Anche le Zone a traffico limitato (Ztl) hanno visto un lieve incremento in questi sette anni presi in considerazione, arrivando a un cinque per cento ulteriore rispetto al 2008.
A livello regionale è l'Emilia Romagna a fare passi da gigante per quanto riguarda la mobilità ciclabile, continuando a dimostrarsi la Regione più sensibile in questo senso.
Dal 2008 al 2015, considerando sempre i comuni capoluoghi di provincia, le piste ciclabili dell'Emilia Romagna sono passate da una lunghezza totale di 839, 1 km a 1.246, 4 km, con un aumento del 48, 5%.
Le aree pedonali sono passate da un'estensione di 54, 296 a 60, 698 ettari; le Ztl sono passate da 8, 928 a 9, 267 km2.
Per quanto riguarda le piste ciclabili il comune capoluogo di provincia che ha fatto registrare l'aumento maggiore è Ferrara.
RAEE: GUIDA SU COME SMALTIRLI Per spiegare ai cittadini cosa sono i Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e quale sia il modo migliore per smaltirli, ECODOM (il principale Consorzio operante in Italia nella gestione dei Raee) e Cittadinanzattiva hanno realizzato una pubblicazione ad hoc.
Si intitola "Rifiuti elettrici ed elettronici: come fare?", e sarà distribuita in 10.000 copie presso tutte le sedi locali di Cittadinanzattiva (una per ogni Regione) e disponibile on line, tramite i social network e i siti Non sei autorizzato a vedere i links.
Registrati o
Login e Non sei autorizzato a vedere i links.
Registrati o
Login.
La quantità di RAEE che ogni cittadino italiano butta via è impressionante: si tratta di quasi 13 chilogrammi a testa, che in totale fanno circa 800.000 tonnellate all'anno.
L'obiettivo di questa guida è spiegare per quali motivi i RAEE devono essere oggetto di una raccolta differenziata, esattamente come già si fa per la plastica, la carta, il vetro.
Un provvedimento necessario, in considerazione del fatto che i RAEE contengono sostanze inquinanti, che devono essere estratte con tecnologie appropriate e correttamente smaltite; dall'altro, perché questi rifiuti possono rappresentare un'importante miniera di materie prime da riutilizzare: da quelle più comuni come il ferro, l'alluminio, la plastica, il rame, fino a quelle più preziose o strategiche, come l'oro, il palladio, il cobalto, la grafite.
In Italia, la quantità di RAEE raccolti e riciclati è in aumento, ma per merito di poche aree geografiche.
La più alta media pro-capite si riscontra nelle regioni del Nord: Valle d'Aosta, Trentino e Friuli; in forte ritardo, invece, il Sud con Campania, Sicilia e Puglia.
MAPPA DELL'ACQUA SULLA TERRA In trentadue anni sono scomparsi dal Pianeta oltre 90.000 chilometri quadrati di acque permanenti, ma altri 184.000 se ne sono formati.
E' questo uno dei dati colti dalla mappa ad alta risoluzione dei cambiamenti nella distribuzione dell'acqua sulla Terra negli ultimi tre decenni, elaborata grazie all'uso di tre milioni di immagini satellitari scattate tra il 1984 e il 2015.
A realizzarla i ricercatori del Centro congiunto di ricerca della Commissione Europea, che ha sede a Ispra (Varese). Lo studio, pubblicato sulla rivista "Nature", mostra come la siccità, la creazione di nuovi bacini (con la costruzione di dighe) e l'estrazione dell'acqua siano le principali cause di cambiamento. I ricercatori hanno analizzato le immagini satellitari per quantificare, mese per mese, i cambiamenti avvenuti nelle acque di superficie, con una risoluzione di trenta metri.
Le acque di superficie sono solo una parte delle acque disponibili sul Pianeta, ma sono quelle più accessibili all'uomo.
Nel 2015 complessivamente c'erano 2, 78 milioni di chilometri quadrati di acque permanenti, e 0, 81 milioni di chilometri quadrati di acque stagionali.
Nei trentadue anni analizzati, sono andati persi un totale di 162.000 chilometri quadrati di acque: 90.000 permanenti, 72.000 sono diventati stagionali.
Mentre 184.000 chilometri quadrati di nuove acque permanenti, si sono create in diversi Paesi.
Il 70% delle perdite si è concentrato in cinque paesi: Kazakhistan, Uzbekistan, Iran, Iraq, Afghanistan soprattutto per siccità e attività umane.
In tutte le regioni continentali c'è stato un netto aumento delle acque permanenti, tranne che in Oceania, che ha subito un calo dell'1%.
Questi dati, secondo i ricercatori, danno ulteriori riscontri dell'impatto del cambiamento climatico e delle oscillazioni del clima sulla distribuzione delle acque e degli effetti delle attività umane.
AIUTARE LA FAUNA SELVATICA IN INVERNO Il periodo invernale può rappresentare un serio pericolo per la fauna. E' l'allarme lanciato dal WWF. Basse temperature, notti lunghe e particolarmente fredde, poche ore di luce, terreni gelati o ricoperti di neve, possono rendere difficile la sopravvivenza degli animali selvatici, in particolare per gli uccelli che popolano le aree verdi delle città o delle aree periurbane.
Inoltre le temperature rigide coincidono con il periodo dell'anno in cui il cibo è particolarmente scarso, con pochissimi frutti sugli alberi spogli e la gran parte degli insetti scomparsi o ben nascosti. Senza considerare che questo è anche un periodo di caccia e tutta la fauna, anche quella non sottoposta al prelievo venatorio, in campagna è sotto pressione per gli spari e il disturbo dei cani.
Tramite piccoli accorgimenti, però, è possibile dare un aiuto all'avifauna in difficoltà. Ad esempio, chi possiede un giardino o una terrazza può attrezzarsi con delle piccole mangiatoie dove riporre acqua e cibo. Le mangiatoie possono essere acquistate facilmente nei negozi di animali oppure online, ma sono anche facili da realizzarsi attraverso dei tutorial presenti su internet.
Le mangiatoie sono utilissime, ma non indispensabili: il cibo più essere posizionato anche su un cornicione o in un luogo aperto. Meno il cibo risulterà trattato e più sarà gradito dagli uccelli. Una ciotolina bassa dove riporre un po' d'acqua, da cambiare con una certa frequenza, completerà il menù. Il cibo da utilizzare deve cercare di ricreare quello che si può trovare in natura.
I pennuti non faranno capricci, anche se ovviamente i granivori preferiranno i semi, mentre gli insettivori troveranno appetitoso il grasso animale mischiato a pastoni, reperibili in commercio. E così, da un lato, si possono offrire mix di cereali, qualche seme di girasole o avena e bacche; dall'altro, si possono creare delle pallette di grasso con scarti di carne da posizionare all'interno di piccole retine morbide, con maglie sufficientemente larghe da consentire di beccarle.
MEDITERRANEO "ZUPPA" DI MICROPLASTICHE Ogni anno vengono prodotti nel mondo più di trecento milioni di tonnellate di plastica e almeno il 10% di questi materiali finisce negli Oceani, dove si degradano molto lentamente e tendono a frammentarsi in minuscole particelle: le microplastiche, con dimensioni inferiori ai cinque millimetri e spesso invisibili a occhio nudo, si sono accumulate nei nostri mari, dai poli all'Equatore, dalla superficie alle profondità abissali.
Il Mediterraneo risulta uno dei bacini maggiormente contaminati, come emerge da un recente studio frutto della collaborazione tra l'Istituto di Scienze Marine del CNR di Lerici (ISMAR-CNR), l'Università Politecnica delle Marche, l'Università del Salento e Algalita Foundation (California)
I quantitativi medi di microplastiche presenti nel mare Adriatico e nel Mediterraneo occidentale, sono di circa 500 e 800 grammi per chilometro quadrato. Quantitativi ancora maggiori, circa 2 kg per kmq, sono stati identificati al largo delle coste occidentali della Sardegna, della Sicilia e lungo la costa pugliese. Fino ad arrivare ad un hot spot di addirittura 10 kg di microplastiche per kmq, nel tratto di mare compreso tra la Corsica e la Toscana.
Lo studio si è occupato anche della tipologia dei polimeri: marcata prevalenza di polietilene e polipropilene nel Mediterraneo occidentale e una maggior eterogeneità nell'Adriatico con la presenza di vernici sintetiche e altri composti associati alle attività di pesca. Le ragioni dell'elevata concentrazione di microplastiche in Mediterraneo, sono da ricercare nel limitato ricambio d'acqua di questo bacino chiuso, ma densamente popolato e sottoposto ad una elevata pressione antropica.
Le microplastiche, scambiate per cibo, possono essere ingerite dai più piccoli organismi del plankton, fino ai predatori terminali. L'Università Politecnica delle Marche ha studiato l'accumulo delle microplastiche negli organismi marini: i risultati evidenziano la presenza di microplastiche in almeno il 30% del pescato dell'Adriatico, in quantitativi che non rappresentano un pericolo per l'uomo, ma un campanello d'allarme per la salute delle specie e dell'ecosistema marino.
HAWAII, SCOPERTA NUOVA SPECIE DI PESCE E' piccolo, rosa e giallo, la nuova specie di pesce della barriera corallina scoperta nelle Hawaii da una spedizione del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e l'Associazione per l'Esplorazione Marina, che hanno voluto chiamarlo Obama, in onore del presidente Usa uscente.
Il pesce, il cui nome scientifico preciso è Tosanoides obama, è stato scoperto lo scorso giugno in una spedizione nell'area marina protetta del Papahanaumokuakea Marine National Monument, vicino l'atollo Kure. Si è deciso di chiamare così il pesce, in riconoscenza degli sforzi fatti dal presidente Obama per proteggere e preservare l'ambiente naturale, tra cui l'allargamento dell'area marina di Papahanaumokuakea, una delle più estese della Terra.
Ci sono altre due specie del genere Tosanoides, entrambe del Pacifico tropicale nordoccidentale. I maschi di questa nuova specie, hanno una macchia caratteristica sulla pinna dorsale vicino la coda, che è blu vicino la punta e rossa a strisce gialle al centro.
Questa nuova specie è particolare, perché è l'unica nota di pesci endemici della barriera corallina che vive nel Monument, il che vuol dire che non esiste in nessun altro posto della Terra. La ricerca ha documentato il più alto tasso di pesci endemici nel mondo, pari al 100%, che vivono nella barriera corallina dove è stata trovata la nuova specie. Ma per colpa del cambiamento climatico, c'è il rischio di perdere alcune specie mai scoperte, prima ancora di sapere della loro esistenza.
BANDO PER SENTINELLE AMBIENTALI Il comune di Genova, per fronteggiare l'emergenza della sicurezza idrogeologica e controllare capillarmente il territorio, sta per arruolare una squadra di pensionati. Lo prevede il nuovo progetto di volontariato che partirà quest'anno e si chiamerà "Osservatori certificati".
Oltre cinquanta persone, residenti in altrettante "zone di osservazione" lungo i bacini dei torrenti Bisagno, Polcevera e Cerusa, saranno reclutate dal comune e, dopo un corso di formazione, entreranno a far parte di una rete di controllo e presidio sull'ambiente. Saranno scelte tra chi abita nelle zone di osservazione e perciò, senza dover nemmeno uscire di casa, potranno segnalare il pericolo alla Protezione civile, inviando una foto alla sala emergenze.
Il bando per la selezione delle vedette è pubblicato sul sito del comune (Non sei autorizzato a vedere i links.
Registrati o
Login), e può essere consultato nelle sedi dei nove municipi. Il modulo, compilato indicando la zona di osservazione e il bacino idrico, deve essere scannerizzato e inviato all'indirizzo di posta elettronica pminiziativepc*comune.genova.it, entro il 31 gennaio.
Toccherà quindi alla Protezione civile, con una serie di sopralluoghi, verificare che le abitazioni dei candidati siano nei posti giusti, ciascuna affacciata su una delle 53 zone a rischio. Una volta selezionate le vedette, seguiranno un corso di formazione tenuto dalla Protezione civile. Le 53 zone sono quelle che nelle ultime alluvioni hanno creato le maggiori criticità. L'osservazione da parte delle vedette, avverrà esclusivamente dalle abitazioni dei cittadini.
ECODOM ECODOM Il Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici (ECODOM), è il sistema collettivo nazionale che gestisce, senza fini di lucro, il trasporto e il trattamento degli elettrodomestici a fine vita (Raee Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). Un compito che ECODOM svolge cercando di coniugare il rispetto per l'ambiente con l'efficienza del trattamento.
Costituito nel 2004 su base volontaria dai principali produttori di grandi elettrodomestici, cappe e scalda-acqua operanti nel mercato italiano, ECODOM ha l'obiettivo di evitare la dispersione di sostanze inquinanti nell'ambiente e massimizzare il recupero dei materiali da reinserire nel ciclo produttivo, nel rispetto della normativa in materia di trattamento dei Raee.
In particolare, in riferimento alle tipologie di Raee individuate dalla normativa vigente, Ecodom si occupa di gestire quelli provenienti dai nuclei domestici dei raggruppamenti: R1(frigoriferi, condizionatori); R2 (lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni, scalda-acqua);R4(piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica, apparecchi di illuminazione). ECODOM effettua, inoltre, il servizio di trattamento dei Raee professionali.