Juan Ramón Jiménes (1881 - 1958)
(Premio Nobel 1956)
- Alla mia anima -
Hai sempre il ramo pronto per accogliere
la rosa al suo momento; sempre all'erta
l'orecchio caldo alla porta del corpo,
se mai giungesse la freccia inattesa.
Nessuna onda ti giunge dal nulla,
senza rapire alla tua ombra offerta
la miglior luce. Di notte, sei desta
nella tua stella, desta con la vita.
Segno indelebile poni alle cose.
Dopo, tornata gloria delle cime,
tu rivivrai in tutto quello che segni.
La tua rosa sarà norma alle rose;
dell'armonia, il tuo udire; delle luci
il tuo pensare; il vegliare, alle stelle.
(http://www.miezewau.it/faccine/fiore_p.gif)
Questa poesia mi piace molto e perciò faceva parte delle poesie del mio sito... che però avevo poi tolto prima di mettere tutto in rete perché non sono passato ancora 70 anni dalla morte del poeta.
Krilù, allora di posto anche la mia poesia preferita... sempre assente dal mio sito perché non sono passati i 70 anni...
Gerardo Diego Cendoya
(1896 - 1987)
- Tacere -
Tacere, tacere. Non taccio perché voglio,
taccio perché la pena mi si impone,
affinché la parola non detronizzi
il mio silenzio più autentico e profondo.
Regna il silenzio, l'artefice austero
che fra due musiche compone un ponte,
affinché il labbro ammutolito intoni
verso l'interno, fino all'abisso, il salmo intiero.
Io vorrei aprire il bordo del sigillo,
svincolare gli uccelli dell'accordo
per dare loro cielo in un volante arpeggio,
se non temessi che lasciando andare il mio ramo
invece del dolce cantico ardente
suonasse la parola che non ama.
(http://www.miezewau.it/faccine/fiore_p.gif)