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Autore Topic: 4 novembre 50 anni fa  (Letto 733 volte)

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Offline _jan_

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4 novembre 50 anni fa
« il: Novembre 03, 2016, 18:41:33 »
Alle 6 del mattino di un giorno di festa mia madre si affacciò alla finestra per vedere se la pioggia fosse terminata. In effetti in quel momento non stava piovendo forte, solo una pioggerellina fine fine dopo 3 giorni di pioggia ininterrotta.
Di li a poco sarebbe potuta andare a fare un po di spesa dal salumiere sotto casa: un po di pane fresco, qualche fetta di salumi e poco altro. Guardando a sinistra vide un autobotte con la parte posteriore alzata laggiù dove la strada era in discesa e l'esclamazione fu quella di dire come avesse parcheggiato l'autista di quell'autobotte. Guardando meglio vide dell'acqua scura intorno al camion.
Poi, dopo qualche minuto disse che le fogne davano di "fuori". Incuriositi, tutti noi della famiglia, ci siamo affacciati alle 3 finestre del lato strada. Mamma aveva interpretato male quei rigagnoli d'acqua sotto il marciapiede; venivano dalle strade traverse e più precisamente dal lato del fiume Arno.
Dopo un po' mio padre scese a spostare la Lambretta portandola all'interno del portone di casa perchè il marciapiede aveva già uno strato di acqua. Scesi anch'io a spostare la mia moto 125 comprata usata e appena finita di pagare a 1500 lire alla settimana per ben 10  settimane. Portiamo i motocicli al primo pianerottolo alzato  di 4 gradini. Li sarebbero stati al sicuro pensando che di li a poco l'acqua sarebbe scesa e tutto sarebbe finito.
Alle 7 mia madre scese le scale per andare a fare quel po' di spesa in più ma risali subito dicendo che il pianerottolo aveva già l'acqua e aveva lambito il primo gradino delle scale. Era il caso di scendere per spostare i "motori", lambretta e moto.
L'unica cosa da fare era andare scalzi per spostarli altrimenti si sarebbero sciupate le scarpe e ci avrebbero creato impiccio. Una volta pronti w scese due rampe di scale abbiamo visto, io e mio padre, che l'acqua aveva già raggiunto altri 4 scalini. Due calcoli veloci facevano intuire l'altezza di almeno 80 90 cm.
In quel momento l'abitante del piano terreno usci dicendo che dell'acqua entrata in casa e ci chiese se poteva salire da noi al 2° piano.
Non sio poteva dire di no anche perchè erano invalidi. Salirono con poche cose, un po' di pasta e qualche scatoletta di tonno, un po' di pane del giorno avanti.
Oramai i "motori" erano abbastanza sommersi e sarebbe stato inutile portarli più in alto; tra il peso e il rischio di scivolare nello strato di melma ci fece desistere.
Appena saliti ci sono stati dei colpi piuttosto forti all'angolo del palazzo; erano vetture portate dall'acqua che sbattevano accartocciandosi nel punto di urto.
Non potevamo resistere alla curiosità e capire cosa stava succedendo.
Affacciatici di nuovo alla finestra abbiamo visto il salumiere legato con una grossa fune intorno alla vita e tirato su dagli abitanti del piano sopra alla sua bottega.
Gridi di paura nel villino all'angolo della strada. Una donna sola in casa aveva già l'acqua a una altezza considerevole. Anch'essa ebbe soccorso dagli abitanti del palazzo do fronte. Legata una grossa fune a una scarpa l'hanno lanciata alla sfortunata donna oramai in piedi sul davanzale. Legatasi la corda attorno al corpo, dietro suggerimento dei soccorritori, è stata invitata a buttarsi in acqua quando gi sarebbe stato ordinato. Gli ordini furono più di uno e poi strattonarono la corda facendola cadere in acqua e, finalmente, portarla in salvo. Le grida non finivano nonostante che di li a poco sarebbe stata messa al sicuro e asciugata, forse non si sarà potuta lavare da quel fango misto a nafta, nelle case l'acqua non scorreva più e la luce era andata via da un paio di ore,
Sentimmo bussare piuttosto forte alla porta, mia madre andò a aprire e le persone del  primo piano erano alla porta. La tensione era alta e le due donne e una ragazza piangevano con disperazione tanto è che le mie sorelline si misero a piangere anche loro e qualche lacrima calò a diverse persone della famiglia e degli ospiti.
L'acqua e i botti delle macchine non smettevano e neppure la salita dell'acqua.
Erano passate poche ore che,  misurate con la paura e l'incognita di cosa sarebbe successo di li a poco, sembravano un'eternità.
Ci fu da mangiare caldo solo per i minori, l'acqua era scarsa.
Un boato sovrastò il rumore dei botti delle auto e lo scorrere impetuoso dell'acqua; un magazzino contenente anche carburo esplose facendo salire un fumo nero visibile da casa nostra a 800 metri di distanza.
L'acqua continuava a salire, piano piano saliva. Mancavano solo 3 metri e sarebbe entrata in casa.
Aveva già raggiunto i 3 metri e mezzo dal piano stradale.
Anfibi dell'esercito, carabinieri, erano in fondo alla via ma quello era il punto più alto, almeno 1 metro e mezzo più alto. Fecero dietro front nonostante le grida assordanti degli abitanti di quel tratto di strada.
Macchie nere galleggiavano sul fiume di acqua: gasolio.
Un giovane nuotava cercando suo padre in quel fiume e ogni dolta che tirava su la testa domandava se avevamo visto un corpo nell'acqua.
Mangiammo un po di cose e bevuto il latte. Purtroppo dei bisogni fisiologici non poteva farne a meno nessuno ma, fortunatamente, la finestra era sempre aperta.
A turno andavamo a vedere a che punto arrivava l'acqua sperando smettesse di salire, invece no, saliva e la volta dopo era salita ancora.
Le ore passavano lente e i discorsi erano interrotti da singhiozzi e pianti. Eravamo 10 in casa, dovevamo organizzarci per la notte.
A quei tempi le candele erano immancabili in una casa. Ne avevamo 5 di cui una era già stata parzialmente usata per quando c'erano interruzioni de corrente.
Dovevamo stare lontani da quell'angolo dove sbattevano le auto, se fosse crollato rischiavamo molto di più quello che stavamo rischiando.
Sentimmo un motore acceso e la cosa ci stupì. Era un gommone dei pompieri. Uno dell'equipaggio ci invitava a stare in casa e mantenere la calma, si sarebbero resi utili di li a poco.

Fatta una fugace cena prima ancora del buio completo si doveva preparare per la notte. Ancora un'occhiata alle scale, ormai metro di misura della salita dell'acqua, si vedeva salire lentamente ma inesorabile. Era già buio, non si vedeva nulla, solo il grigio cupo del cielo e, finalmente, non si sentiva più piovere. Poteva essere già buon segno.
Messi materassi in terra in fila, così entravano più persone, i più piccoli nel mezzo le donne da una parte e i maschietti dall'altra.
La prima candela era esaurita e accesa un'altra per finire di sistemare per la notte.
 E chi avrebbe dormito?
Ancora uno sguardo alla luce della candela alle scale e ci fu una domanda "a quale scalino hai visto l'acqua"?
Appena sopra al ventesimo delle rampe.
"pare si sia fermata, è ancora li".
Le mie sorelline e i miei fratelli più piccoli si erano da poco addormentati, non avevano fatto in tempo a sdraiarsi e il sonno, dato dallo stress e l'ansia prese il sopravvento.
Si sentì l'odore della cera quando una candela si spegne.
Il silenzio era assordante. Si sentiva i respiri di ognuno di noi.
Dopo un po un bagliore di luce data da un fiammifero.
Accesa la candela ci affacciammo, io e mio padre, per rivedere a che punto era l'acqua.
Mi domandò dove avevo visto l'acqua mentre uscivamo, ripetei la stessa cosa.
Guarda, mi disse, dove è più scuro c'è stata l'acqua e ora è un po' più bassa, vedi?
Abbracciai mio padre come se fosse stato lui a far calare l'acqua.


ripensando a quei momenti non riesco a trattenere un nodo alla gola anche perchè mio padre non c'è più






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Offline Loretta/Nina

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Re:4 novembre 50 anni fa
« Risposta #1 il: Novembre 03, 2016, 22:10:55 »
avevo 9 anni quando ci fu l'alluvione di Firenze, e mi ricordo ancora bene le immagini in bianco e nero alla TV, mia madre era sconvolta e mio padre bestemmiava sottovoce, da bambina mi spaventava tutta quell'acqua e fango... Sono passati 50 anni ma è uno dei ricordi più vividi che ho.

Il tuo racconto mi ha fatto venire un groppo alla gola, certi ricordi rimangono indelebili nella memoria, specialmente per chi li ha vissuti in prima persona.

Hai raccontato in modo splendido quello successo 50 anni fa.....

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Offline nuvolotta

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Re:4 novembre 50 anni fa
« Risposta #2 il: Novembre 04, 2016, 08:36:33 »
Io avevo quasi 6 anni, di quella giornata ricordo poco, ricordo invece quando fui più grande del racconto che fece il nostro maestro elementare che ci raccontò della distruzione che ci fu e degli angeli del fango.  :rosa:
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Offline _jan_

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Re:4 novembre 50 anni fa
« Risposta #3 il: Novembre 04, 2016, 10:28:52 »
Ci sono stati molti angeli del fango.

Appena fatta luce, il 5 di quel mese di novembre, dal cielo ancora grigio dalle nuvole, la cosa più importante era trovare acqua; in casa non ce n'era più.
Era il momento di uscire e andare in zone asciutte della città.
Scese le scale con una borsa a rete con 2 bottiglie e un fiasco, mio padre con un secchio, siamo arrivati dove erano "parcheggiate" le moto......Avevano la melma fino al motore e del colore originale quasi nulla; uno strato di gasolio le ricopriva ampiamente.
Piano piano abbiamo messo i piedi in quella melma sorreggendoci alla ringhiera e sentivamo, prima mio padre e poi io, scivolare i piedi in modo sconclusionato: prima a destra, sinistra, dietro e avanti come se la melma si solidificasse in quei punti lasciando libera la strada per le altre direzioni. Non fu facile arrivare al portone di strada, uno faceva un passo mentre l'altro lo sorreggeva.
Giunti in strada c'era di tutto e forse descrivere il tutto è molto complicato, basti dire da scarpe a rami secchi; da bottiglie a ruote di camion....
Oramai i piedi erano zuppi di acqua nonostante le scarpe ben allacciate che, tra un passo e un'altro, era come staccarle da un collante.
Per fare 20 metri ci voleva molto tempo, si affondava di 20 centimetri nella melma collosa ogni 29 centimetri che era il passo. Chi spavaldamente, dall'altro lato della strada faceva dei passi più lunghi è caduto sulla melma coprendosi mezzo corpo.
In lontananza stava arrivando un camion dell'esercito a distribuire del pane e del cioccolato per l'immediato sostentamento.
Approfittammo dell'occasione dicendo loro che eravamo 10 raccolti nel nostro appartamento; ci diedero 3 grossi pezzi di pane e 10 cioccolate. I militari, i ventenni di leva, avevano gli occhi rossi mentre incrociavamo gli sguardi era evidente la loro partecipazione al dolore di chi aveva perso tutto.
Il sergente ci disse che un'autobotte con acqua sarebbe arrivata da li a poco e di procurarsi dei contenitori per acqua potabile.
Io portai il pane in casa con molta attenzione a non cadere, all'inizio avrei voluto fare una corsa ma..... sapendo cosa mi poteva accadere camminai molto lentamente.
Il salumiere tratto in salvo il giorno prima scese nella sua bottega. Vidi che si mise le mani davanti al viso e si chinò in avanti.
Anche in quel momento il mio fiato si interruppe, era successo anche altre occasioni durante la sera precedente.
"su, Graziano (questo il nome del salumiere), non fare così; hai la capacità e devi trovare la forza di andare avanti", gli fu detto.
Ci accostammo al suo negozio per fargli coraggio. Lui senza dire parola alcuna e con le lacrime agli occhi prese dello scatolame di tonno dallo scaffale più alto (l'unico rimasto in piedi) e lo porse a quelli presenti.
Tutti i presenti, me compreso, lo confortammo con un grosso abbraccio e chiedemmo quanto costava. "niente.". Fu l'unica parola che disse.
Nel frattempo giunse l'autobotte proprio sotto casa. Aveva lasciato delle tracce profonde nella melma come le aveva lasciate il camion dell'esercito. La prima cosa fu quella di dissetarci a vicenda, si beveva dalla prima bottiglia appena piena un po tutti i presenti ringraziando chi aveva per primo riempito la sua bottiglia.
Mio padre chiese se poteva riempire una bottiglia per poi farmela portare in casa a dissetare i più piccoli, avevano già chiesto acqua appena svegli, così mi disse mamma dalla finestra.
Due viaggi per avere una piccola scorta di acqua.
L'autista dell'autobotte ci disse a tutti i presenti che a un chilometro  verso Fiesole la strada era pulita e potevamo andare a fare spese in quei negozi aperti. Un mormorio ruppe quel silenzio fastidioso. Nessuno parlava, ogni parola sarebbe stata fuori luogo. Le parole che ogni tanto si sentiva erano di dolore dopo una rapida asciugatura di lacrime con le maniche fredde.
Dopo qualche ora si tornò a casa con altre cose: acqua minerale, affettati, formaggio, insalata e, per la gioia dei più piccoli, 3 pastarelle.
Durante il tragitto tante persone vagava per la strada come se fossero usciti da un sacco di botte; chini in avanti, appoggiati alle pareti degli edifici guardando la linea in alto dove era arrivata l'acqua.
Gruppi di gente presso le autobotti con nessun contenitore in mano ma,  con solidarietà, offerto a loro da chi ne aveva di più.
Ci aveva a malapena e con gran fatica la ragazza del piano di sotto, aveva le scarpe in mano e, nell'altra un portafogli con 1000 lire dentro, ci disse. Voleva contribuire con un po di spesa anche lei a nome della zia e di sua madre.
A mezzo dì, riuniti attorno alla tavola per un pasto freddo, mio padre disse di fare una bella pastasciutta a tutti anche se usavamo l'acqua  minerale.
Una luce di gioia apparve su tutti i volti, dopo 2 giorni era necessario riempire lo stomaco di tutti.

Forse mio padre è stato un angelo del frango? Non posso dirlo adesso come non lo potevo dire 50 anni fa.
Graziano, il salumiere, sarebbe un angelo del fango secondo voi?
I pompieri? L'asercito,  i carabinieri, ........... sono angeli del fango.

Questo appena descritto è il mio vissuto in 36 ore. La parte più complessa della mia giovinezza.
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Offline Loretta/Nina

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Re:4 novembre 50 anni fa
« Risposta #4 il: Novembre 04, 2016, 12:51:53 »
 :Amore145:  :piango:
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Offline nuvolotta

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Re:4 novembre 50 anni fa
« Risposta #5 il: Novembre 04, 2016, 17:45:31 »
Certo, Jan anche loro furono angeli del fango   :triste1: :rosa:
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Offline mar

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Re:4 novembre 50 anni fa
« Risposta #6 il: Novembre 05, 2016, 01:05:52 »
Le tristi  immagini delle bellissima Firenze immersa nell'acqua e nel fango ce le hanno mostrate tantissime volte in televisione, ma il racconto di chi ha vissuto quei momenti, e per di piu' da bambino,con il ricordo tenero di tuo padre e dei tuoi fratellini piu' piccoli è veramente commovente!
Un abbraccio forte forte
 :abbraccio:
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by MB
La pittora della Bassa che vi bacia quando passa!