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Autore Topic: Amedeo Modigliani  (Letto 1572 volte)

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Amedeo Modigliani
« il: Marzo 18, 2017, 23:38:36 »

Amedeo Modigliani

Amedeo Clemente Modigliani, noto anche con i soprannomi di Modì e Dedo (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920), è stato un pittore e scultore italiano, celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. Affetto da tubercolosi, morì all'età di trentacinque anni. È sepolto nel cimitero parigino del Père Lachaise.

Biografia

Infanzia e adolescenza

Amedeo Modigliani nacque a Livorno il 12 luglio del 1884 da una famiglia ebraica, ultimogenito dei quattro figli (i fratelli erano Giuseppe Emanuele, Margherita (1874-1950) e Umberto (1878-1943)) di Flaminio Modigliani (1840-1928), livornese discendente da una famiglia originaria di Roma, e di Eugénie Garsin (1855-1927), francese originaria di Marsiglia, ambedue atei. Quando venne alla luce, la famiglia stava attraversando un grave dissesto economico poiché l'impresa del padre, costituita da alcune società agricole e minerarie in Sardegna, era in bancarotta. Anche la situazione finanziaria dei Garsin era tutt'altro che rosea.

Fu soprattutto l'intraprendenza della madre a impedire il tracollo economico della famiglia grazie ai ricavi provenienti dalla scuola materna ed elementare da lei fondata, dalle lezioni private e dall'attività di traduttrice e critica letteraria. Inoltre, si preoccupò personalmente dell'istruzione dei figli e in particolare di Amedeo che, essendo quello più fragile, era forse il suo preferito.

Fin dall'adolescenza Amedeo fu infatti afflitto da problemi di salute: dapprima una febbre tifoide, contratta all'età di 14 anni, quindi l'esordio della tubercolosi due anni dopo, una forma così grave da costringere il giovane Amedeo ad abbandonare gli studi e ad effettuare alcuni soggiorni a Capri, dai quali trasse un discreto giovamento. La famiglia di Modigliani soffriva di una storia di depressione, che colpì anche lui e alcuni dei suoi fratelli, che condivisero la sua stessa natura testarda e indipendente. Nel 1898 il fratello maggiore, Giuseppe Emanuele, futuro deputato del Partito Socialista Italiano, venne condannato a sei mesi di carcere.

Costretto spesso in casa per via della salute assai cagionevole (cadde più volte malato di polmonite, che infine si convertirà in tubercolosi), Modigliani sin da piccolo mostrò una grande passione per il disegno, riempiendo pagine e pagine di schizzi e ritratti tra lo stupore dei parenti che comunque non gli poterono concedere la possibilità di iscriversi a qualche corso adatto al suo livello; durante un violento attacco della malattia, riuscì a strappare alla madre la promessa di poter andare a lavorare nello studio di Guglielmo Micheli, uno dei migliori allievi del grande Giovanni Fattori e uno dei pittori più in vista di Livorno, da cui apprenderà le prime nozioni pittoriche, e dove conoscerà, nel 1898, lo stesso Fattori. Modigliani sarà così influenzato dal movimento dei Macchiaioli, in particolare dal Fattori stesso e da Silvestro Lega.

Il trasferimento a Parigi e l'esordio artistico

Nel 1902 Amedeo Modigliani s'iscrisse alla "Scuola libera di Nudo" di Firenze e un anno dopo si spostò a Venezia, dove frequentò l'Istituto per le Belle Arti di Venezia. Nel 1906, Modigliani emigrò in Francia, a Parigi, che all'epoca era il punto focale dell'avanguardia. Sistematosi al Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre, fu ben presto occupato dalla pittura, inizialmente influenzato dal lavoro di Henri de Toulouse-Lautrec, finché Paul Cézanne cambiò le sue idee.

Modigliani sviluppò uno stile unico, l'originalità di un genio creativo, che era contemporaneo del movimento artistico dei cubisti, ma di cui non fece mai parte. Modigliani è famoso per il suo lavoro rapido: si dice che completasse un ritratto in una o due sedute. Una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Eppure, tutti coloro che avevano posato per lui dissero che essere ritratti da Modigliani era come "farsi spogliare l'anima". Modigliani si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore e iniziò a scolpire seriamente dopo che Paul Guillaume, un giovane e ambizioso mercante d'arte, s'interessò al suo lavoro sulla scultura nera, a Parigi lo presentò a Constantin Brâncuși e poco dopo a Picasso.

Questi caratteri appaiono antichi, quasi egizi, piatti e vagamente ricordanti una maschera, con distintivi occhi a mandorla, bocche increspate, nasi storti e colli allungati. Anche una serie di sculture di Modigliani venne esposta al Salone d'autunno del 1912. A causa delle polveri generate dalla scultura, la sua tubercolosi peggiorava; abbandonò quindi la scultura, prima quella della pietra calcarea e poi anche quella del legno, e si concentrò unicamente sulla pittura.

Gino Severini che viveva anch'egli a Parigi nei primi anni del Novecento racconta che quando venne in contatto con Filippo Tommaso Marinetti per decidere se aderire o meno al Futurismo chiese un suggerimento anche a Modigliani, che egli avrebbe voluto nel gruppo, ma il pittore declinò l'offerta perché come scrisse nella sua autobiografia:

« Queste manifestazioni non gli andavano, il complementarismo congenito lo fece ridere, e con ragione, perciò invece di aderire mi sconsigliò di mettermi in quelle storie; ma io avevo troppa affezione fraterna per Boccioni, inoltre ero, e sono sempre stato pronto ad accettare l'avventura […] »
(Gino Severini, Vita di un pittore)

I ritratti

Tra le personalità ritratte da Modigliani si ricordano il pittore Chaïm Soutine, suo amico e anche lui forte bevitore, Beatrice Hastings, una scrittrice e giornalista inglese alla quale rimase legato sentimentalmente per due anni, e molti colleghi artisti che frequentavano in quel tempo Montparnasse, come Moïse Kisling, Pablo Picasso, Diego Rivera, Juan Gris, Max Jacob; e i giovani scrittori Blaise Cendrars e Jean Cocteau.

Un altro pittore suo grande amico, nonostante le liti frequenti, per i problemi di alcolismo fu Maurice Utrillo. Dalle "teste", Modigliani passò ai ritratti con la figura completa svolta a spirale e ai nudi disegnati con una linea ondulata, che costituiscono le sue opere più tipiche. Amedeo amava anche ritrarre la sua compagna, Jeanne Hébuterne.

I nudi e l'incontro con Jeanne Hébuterne

Il 3 dicembre 1917 si tenne alla Gallerie Berthe Weil la prima mostra personale di Modigliani. Il capo della polizia di Parigi rimase scandalizzato per l'immoralità dei nudi di Modigliani in vetrina, e lo costrinse a chiudere la mostra a poche ore dalla sua apertura. La sua pittura apparve diversa da tutto ciò che si faceva allora, ovvero un "ritorno all'ordine". Qualcosa di comune egli aveva coi due pittori russi Pascin e Soutine, anche per l'accensione tonale che, insieme alla ricerca di una materia sempre più vellutata, caratterizza l'opera degli ultimi anni del pittore.

Quello stesso anno, Modigliani ricevette una lettera da una ex-amante, Simone Thiroux, una ragazza franco-canadese, che lo informò di essere di ritorno in Canada e di aver dato alla luce un figlio, avuto da lui. Modigliani non riconobbe mai il bambino come suo, mentre trovò il grande, vero amore, in Jeanne Hébuterne, una pittrice in erba, con la quale si trasferì in Provenza, dopo che lei era rimasta incinta: il 29 novembre 1918 ella diede alla luce una bambina, che venne anch'essa battezzata Jeanne.

Mentre era a Nizza, Léopold Zborowski si prodigò per aiutare lui, Tsuguharu Foujita e altri artisti, cercando di vendere i loro lavori ai ricchi turisti. Modigliani riuscì a vendere solo qualche quadro e per pochi franchi ciascuno. Nonostante ciò, fu proprio questo il periodo in cui egli produsse la gran parte dei dipinti, che sarebbero diventati i suoi più popolari e di maggior valore. I finanziamenti che Modigliani riceveva svanivano rapidamente in droghe e alcool.

Il rapporto di Modigliani con droghe, alcool e altri eccessi viene spesso amplificato da antichi pregiudizi ormai difficili da rimuovere. Ci sono testimonianze su questa sua tendenza, sicuramente attendibili, ma che convergono inevitabilmente sul cliché di maledetto senza preoccuparsi di cercare altre ragioni. Modigliani non era il solo, in un ambiente come Montparnasse a cavallo della prima guerra mondiale, a fare uso di alcool e hashish, anzi si può dire che quelle tendenze erano comuni ai più; quello che colpiva negli eccessi di Modigliani era la loro platealità, al punto da far esclamare a Picasso un giorno: "Si direbbe che Modigliani non possa prendere una sbornia che al crocicchio di Montparnasse".

Due altre testimonianze spostano il problema sulla compatibilità di tale eccessi con il carattere ed il portamento umano di Modigliani, de Vlaeminck:

« Ho ben conosciuto Modigliani; l'ho conosciuto affamato, l'ho visto ubriaco e l'ho visto abbastanza ricco. Mai l'ho visto mancare di grandezza… Mai ho sorpreso in lui il minimo sentimento basso… Ora che tutto è imbellettato e azzimato, ora che si crede di poter sorpassare la vita, dove tutto è super, da supertassa a surrealismo, alcune parole perdono il loro vero senso. lo non so più usare le parole "arte", "artista". Ma supponiamo per un istante che questa parola riprenda il suo colore, il suo senso, il suo sesso… Allora Modigliani era un grande artista. »
E poi Severini:

« Modigliani non era un vizioso, un ubriacone volgare, un decadente; l'assenzio, se lo prendeva talvolta in doppia dose, era malgrado tutto un “mezzo”, e non un “fine”. »
Quell'eccitazione che ne ricavava era utilizzata per vedere sempre più in profondità dentro di sé; era del resto cosa usuale in tutti gli artisti di quell'epoca. Quanto all'hashish ne aveva, è vero, sempre un pochino nel taschino del gilet, ma non ne faceva uso che raramente, soltanto in casi eccezionali, quando aveva bisogno di quella serenità araba che dava la droga, quando tutto andava male intorno a lui e non aveva fiducia nemmeno in se stesso.

« Dove sono quegli abusi di cui si è fatta tanta letteratura? E dopo tutto, che credono i borghesi, che si faccia un quadro nello stesso stato di spirito con cui s'infinocchia un cliente? Quanta gente è più volgare senza bere un dito di vino, che non lo fosse Modigliani dopo aver preso due o tre assenzi! Del resto non bisogna credere che Modigliani avesse bisogno di eccitanti per essere brillante, vivo, vivo e pieno d'interesse in qualunque momento della sua vita. Se a Montparnasse tutti gli volevano bene, non è mica per quello che lui era eccezionalmente, quando aveva bevuto, alla sera, qualche assenzio, ma per quel che lui dimostrava di essere usualmente nei suoi rapporti quotidiani coi camerati, e in ogni momento del giorno. »

Nel maggio del 1919 fece ritorno a Parigi dove, assieme a Jeanne e alla loro figlia, affittò un appartamento in rue de la Grande Chaumière. Mentre vivevano lì, sia Jeanne che Modigliani dipinsero ritratti l'uno dell'altra e di tutti e due assieme. Anche se Modigliani continuò a dipingere, in quel periodo il suo stile di vita era giunto a richiedere il conto, e la salute si stava deteriorando rapidamente. La breve vita di Modigliani precipitava nella tragedia e la tubercolosi lo spegneva all'hôpital de la Charité.

La morte

« Un bel dopopranzo nel principio di autunno (1919) sedevo con mia moglie alla terrazza della Closerie des Lilas quando al largo di quel carrefour, e diretto verso il boulevard Montparnasse, vedemmo passare Modigliani. Lo chiamai e venne subito da noi, ma non volle sedersi perché aveva un appuntamento lì vicino. Ci scambiammo le ultime notizie personali e io mi rallegrai molto con lui dell'aria di prosperità e di salute che aveva. Era vestito di un completo di velluto grigio chiaro a righe, quasi nuovo; aveva un bellissimo foulard al collo, e si era fatto rimettere due denti incisivi che gli mancavano. «Si vede che sei sposato» gli dissi «e che Noix de coco non ti lascia andare trasandato: sei contento?»; «Je suis très heureux [sono molto contento]» mi disse serio serio «e anche gli affari vanno». Ci stringemmo la mano, partì. Fu l'ultimo nostro incontro. »
(Gino Severini, Vita di un pittore)

Una mattina del gennaio 1920 l'inquilino del piano sottostante controllò l'abitazione e trovò Modigliani delirante nel letto, attorniato da numerose scatolette di sardine aperte e bottiglie vuote, mentre si aggrappava a Jeanne, che era quasi al nono mese della seconda gravidanza. Venne convocato un dottore, ma c'era ormai poco da fare, poiché Modigliani era in preda a una meningite tubercolotica.

Ricoverato all'Hôpital de la Charité, in preda al delirio e circondato dagli amici più stretti e dalla straziata Jeanne, morì all'alba del 24 gennaio 1920. Alla morte di Modigliani ci fu un grande funerale, cui parteciparono tutti i membri delle comunità artistiche di Montmartre e Montparnasse. André Salmon, amico di Modigliani comunicò la notizia della morte ad André Warnod tramite una lettera:

« Mio caro Warnod,
voglia annunciare la morte del nostro povero amico, il pittore Amedeo Modigliani di cui conosce l'opera. È morto ieri all'ospedale Charité, a trentacinque anni, gli faremo dei bellissimi funerali.
Ci si riunirà questo martedì, 27 gennaio, alle 14,30 al Charité. Inumazione al Père-Lachaise. Era fratello di Modigliani, il deputato socialista italiano.
Grazie e mi stia bene. »
(André Salmon)

Jeanne Hébuterne, che era stata portata nella casa dei suoi genitori ed era incinta del secondo figlio, all'indomani della morte di Amedeo si gettò da una finestra al quinto piano. Modigliani venne sepolto nel cimitero del Père-Lachaise nel primo pomeriggio del 27 gennaio. Jeanne Hébuterne fu tumulata il giorno dopo al cimitero parigino di Bagneux, vicino a Parigi, e fu solo nel 1930 che la sua amareggiata famiglia (che l'aveva fatta seppellire furtivamente per evitare ulteriori "scandali") concesse che le sue spoglie venissero messe a riposare accanto a quelle di Modigliani.

Su Le Figaro André Warnod scrisse: «Furono magnifiche esequie, a cui presenziarono Montparnasse e Montmartre: pittori, scultori, poeti e modelli. Il loro straordinario corteo scortava il carro funebre coperto di fiori. Al suo passaggio, a tutti gli incroci, gli agenti della polizia si mettevano sull'attenti e facevano il saluto militare. Modigliani salutato proprio da coloro che l'avevano tanto spesso ingiuriato! Che rivincita!». Mentre Lunia Czechowska, con la quale Modigliani aveva avuto un rapporto in passato scrisse di lui: «Il pomeriggio andai a trovare un'amica svedese che sapeva dell'amicizia che mi legava a Modigliani e fu lei ad informarmi della sua morte. Il miei amici non mi avevano avvertita immediatamente e non avevano più avuto il coraggio di farlo dopo. Così venni a sapere che Jeanne era stata così sgomentata dalla morte di Modigliani, che si era gettata dal quinto piano. Né sua figlia, né il piccolo che aspettava avevano potuto darle la forza di vivere. L'ultima dimora di Modigliani fu assicurata da Kisling, amico leale e fedele; Jeanne Léger fece di tutto perché Jeanne Hébuterne riposasse accanto a colui che amava».

Fu Moïse Kisling, il quale aveva raccolto una colletta tra amici, artisti e modelle, a saldare la fattura di 1340 franchi per le "esequie e trasporti funebri". La loro figlia di soli 20 mesi, Jeanne Modigliani, venne affidata, in seguito alla morte dei genitori, alla nonna paterna Eugènie Garsin, che continuava a vivere a Livorno. Nel gennaio del 2011 su L'Osservatore Romano, in un articolo di Sandro Barbagallo, è emersa la vera storia del figlio illegittimo del pittore avuto dalla relazione con Simone Thiroux. Nato nel 1917 e morto nel 2004, si chiamava Gerald Thiroux Villette, divenne sacerdote e per tutta la vita guidò la parrocchia di Milly-la-Forêt (Île-de-France).

La fortuna postuma

La concezione della sua pittura basata sul disegno lineare, la purezza arcaica della sua scultura e la vita romantica e tribolata di miseria e malanni fanno di Modigliani una personalità eccezionale nel quadro dell'arte moderna, isolata dalle correnti del gusto contemporaneo (cubismo, futurismo, dadaismo e surrealismo) pur lavorando nel loro stesso periodo. Oggi, Modigliani è universalmente considerato come uno dei più grandi artisti del XX secolo e le sue opere sono esposte nei più grandi musei del mondo.

Le sue sculture raramente cambiano di mano, e i pochi dipinti che vengono venduti dai proprietari possono raccogliere anche più di 15 milioni di Euro. Il 14 giugno del 2010 viene venduta all'asta a Parigi da Christie's una delle sue sculture, Tete de Caryatide, per la cifra record di 43,18 milioni di euro, mentre per quanto riguarda le tele il suo record personale è stato battuto il 2 novembre 2010 a New York da Sotheby's con il nudo La Belle Romaine per la cifra record di 68,96 milioni di dollari (compresi diritti d'asta). Una "testa" del grande autore livornese è stata venduta all'asta il 4 novembre 2014 presso Sotheby's a New York per la cifra record di 70,725 milioni di dollari. Il 9 novembre 2015, Nu couché è stato battuto all'asta da Christie's a New York e dopo nove minuti e mezzo di gara a colpi di rilanci milionari è stato acquistato per 170,405 milioni di dollari.

Alcune lettere di Modigliani

Di Modigliani si conserva un lungo carteggio con amici e parenti con cui è possibile ricostruire le varie vicende di vita:

« Caro amico,
La bacio come avrei voluto se avessi potuto il giorno della sua partenza. Sto facendo bisboccia con Survage al Coq d'Or. Ho venduto tutti i quadri. Mi invii presto il denaro. Lo champagne scorre a fiumi. Auguriamo a lei ed alla famiglia i migliori auguri di buon anno. Ressurrectio vitae. Hic incipit vita nova. In novo anno!
Modigliani »

(Modigliani a Zborowski 1º gennaio 1919)
Oltre alle lettere scrisse alcune poesie, spesso accompagnate da uno schizzo su cui riportava le proprie emozioni.


Cronologia

1872 Gennaio: Matrimonio di Flaminio Modigliani con Eugenia Garsin.

Dicembre: Nascita di Giuseppe Emanuele, detto Mené.

1873 Fallisce il banco Garsin a Marsiglia, Tunisi e Londra. Resiste Livorno.

1875 Laura Garsin, sorella di Eugenia, si trasferisce in casa Modigliani.

1878 Nascita di Umberto.

1879 Laura lascia la casa ed arriva Gabriella, altra sorella di Eugenia.

Olimpia Modigliani sposa Lumbroso e la famiglia si impegna a pagare la dote.

Chiusura delle miniere sarde (Grugua) e bergamasche dei Modigliani. Reclamo della dote da parte dei Lumbroso.

1884 Fallimento dei Modigliani. Flaminio è esposto. Salvano il salvabile grazie a Eugenia incinta accumulando tutto sul suo letto.

12 luglio 1884 Ore 9:30 Nascita di Amedeo, detto Dedo, in Via Roma 38.

1886 Trasferimento in Via delle Ville oggi Via Cambini. Il nonno Isacco Garsin, uomo colto ed illuminato, si trasferisce in casa Modigliani.

1889 Mené si iscrive in Giurisprudenza a Pisa (finanziato da Amedeo Garsin fratello di Eugenia).

1891 Umberto si iscrive in Ingegneria a Liegi (finanziato da Amedeo Garsin).

1892 Eugenia insegna francese e letteratura, traduce testi e recensisce libri.

1894 Ottobre: Dedo si iscrive nel liceo F. D. Guerrazzi di Livorno dopo aver studiato in casa con
la madre, assistito dal nonno.

1895 Mené si laurea a Pisa, è diventato attivista socialista.

1898 4 maggio: Arresto di Mené per attività sediziosa.

Agosto: Dedo si ammala di tifo ed in stato soporoso afferma di voler diventare pittore.

Dicembre: Dedo guarito dal tifo viene iscritto nella scuola di Guglielmo Micheli, allievo di Giovanni Fattori, in Via delle Siepi a Livorno.

1900 Lascia la scuola di Micheli e continua a studiare privatamente. Accompagna il padre in Sardegna dove dipinge il Ritratto di Norma Medea Taci. Frequenta uno studio a Livorno con alcuni compagni tra i quali Oscar Ghiglia e Gastone Razzaguta nel quale, secondo Margherita, contrae la TBC.

Prime manifestazioni dell'infezione tubercolare.

1901 Parte con la madre per un viaggio terapeutico visitando Napoli, Torre del Greco, Amalfi, Capri e Roma durante in quale si riprende dalla crisi tubercolare e studia l'antichità classica.

7 maggio: Si iscrive alla Scuola Libera di Nudo di Firenze e studia allo stesso tempo il Rinascimento fiorentino.

1903 Si trasferisce a Venezia dove frequenta la Scuola delle Belle Arti. Risiede in San Barnaba

e sperimenta la vita dei quartieri più poveri della città, dove consuma alcool e hashish, ma anche il Caffè Florian. Conosce Boccioni e Mauroner.

1905 Muore Amedeo Garsin forse suicida e probabilmente gli lascia una piccola eredità con la quale decide di trasferirsi a Parigi.

1906 Gennaio: Arriva a Parigi ed alloggia in un albergo vicino a Le Madeleine. Si iscrive all'Accademia Colarossi in Rue de la Grande-Chaumiere. Frequenta Ludwig Meidner. È soprannominato Modì.

Novembre: Si trasferisce all'hotel Bouscarat in Place du Tertre a Montmartre.

Dicembre: Espone nella Galleria di Laura Wylda all'angolo tra Boulevard Saint-Germain e Rue Saints-Péres. Disegna su carta e poi, attraverso una carta copiativa semplifica le linee purificando i contorni. Dopo la mostra conosce Anselmo Bucci, che lo va a trovare nel suo albergo, e Gino Severini.

1907 Per difficoltà economiche lascia rocambolescamente l'hotel Bouscarat e si trasferisce nello studio che ha affittato nei pressi di Place Jean-Baptiste Clément, nel complesso noto come Maquis.

Frequenta il Lapin Agile all'angolo tra Rue Saint-Vincent e Rue de Saules. Conosce Rosalie Tobia e frequenta la sua crémerie in Rue Campagne Première (Montparnasse). Spesso, non possedendo denaro, Modì paga con disegni così come fanno Picasso, Utrillo ed altri. Un affresco di Modigliani su una parete viene coperto con la calce da Luigi, figlio di Rosalie, per ordine della madre. Sfrutta alternativamente vari ristoranti ed alberghetti che regolarmente non paga.

Paul Alexadre affitta la grande casa in Rue du Delta al numero 7 (IX arrondissement, ai piedi di Montmartre) e la mette a disposizione degli artisti sconosciuti che vi trovano un tetto ed un pasto gratuiti. È frequentata dallo scultora Costantin Brancusi, dai pittori Pablo Picasso, Rapahel Drouart ed Henri Doucet.

Giugno: Inizia a dedicarsi alla scultura. Non usa modelli in creta ma scolpisce direttamente la pietra. Ottiene blocchi di pietra dai muratori e se li porta a casa con una carriola.

Ottobre: Espone nel Salon d'Automne sette opere nessuna delle quali viene venduta.

Novembre: Visita lo studio di Picasso, nel Bateau-Lavoir (Place Emile Goudeau Montmartre), e vede le Demoiselles d'Avignon che rappresenta l'atto di nascita del cubismo. “Picasso è sempre dieci anni avanti a noi tutti” commenta.

Dicembre: Arriva nella casa di Rue du Delta accompagnato da Doucet. Realizza il ritratto di Jean-Baptiste Alexandre, padre di Paul.

1909 Gennaio: Paul Alexandre parte per Vienna ed affida Modì alle cure del fratello Jean. Frequentano mostre e girovagano per la città ma non riesce a far sì che Modì si impegni seriamente nel lavoro. Si rifiuta ad esempio di disegnare vignette per il giornale Assiette au Berre. Scrive a Ghiglia che considera suo solo dovere “salvare il suo sogno”. Jean commissiona il ritratto suo e della fidanzata, la baronessa Marguerite de Hasse de Villers.

Aprile: Si trasferisce nella Cité Falguière (Rue Falguière, Montparnasse) vicino all'atelier di Brancusi. Esegue ritratti di Maurice Drouard, Joseph Levi, il Nudo seduto, il Mendicante di Livorno, ed altri.

Paul Alexanre torna a Parigi. Come già Gauguin, Matisse e Picasso, si dedica allo studio dell'arte africana affascinato dal processo di semplificazione delle linee. Realizza statue con teste allungate, volti triangolari, naso prominente, labbra sporgenti, fronte, bassa, occhi distanti, capelli intrecciati, orecchie appena suggerite, lunghi colli sui quali la testa sembra essere in equilibrio e sguardo assente.

Giugno: I suoi amici lo trovano svenuto nel suo studio e fanno una colletta per rimandarlo a Livorno dove ritrova i suoi amici e frequenta il bar Bardi. Utilizza lo studio di Gino Romiti fino a quando ne trova uno per sé e realizza una o più teste che, deriso dai suoi amici, secondo quanto racconta Bruno Miniati, getta nel fosso reale. L'episodio darà adito alla realizzazione dei falsi del 1984. Dipinge Il mendicante.

Settembre: Torna a Parigi. Si dedica quasi esclusivamente alla scultura utilizzando la pietra d'Euville, che ottiene nei cantieri di lavoro portandosela a casa con una carriola, o il legno, che prende dalle traversine della ferroviarie della stazione in costruzione. Realizza molte teste ed una figura intera alta.

1910 Giugno: Incontra Anna Gorenko, detta Achmatova, che torna in Russia prima della fine dell'anno. Dipinge Il ritratto di Josè Pacheco.

Novembre: Espone al Salon d'Automne con buon successo di critica ma non vende nulla.

1911 Maggio: Anna Achmatova torna a Parigi, frequentano i giardini del Lussembrugo, discutono di poesia, recitano, hanno probabilmente una storia che si interrompe nel luglio seguente quando lei torna definitivamente in Russia. Nei suoi diari pubblicati negli anni 60 imputerà a Modigliani tutte le sventure della sua vita (rivoluzione d'ottobre). Forse avevano preso in considerazione l'ipotesi che si fermasse a Parigi con lui.

Settembre: Va a Fécamp a trovare la zia Laura che è lì per un periodo di vacanza. Muore di TBC la madre di Paul Alexandre e Jean viene trovato affetto dalla stessa malattia.

1913 Marzo: Torna a Livorno. Suo fratello Umberto gli ha pagato il viaggio mentre Paul Alexandre si preoccupa di mettere al sicuro le sue cose. È rasato a zero ed al caffè Bardi viene scambiato per un evaso. È stato ricoverato per progressione della TBC.

Giugno: Due teste scolpite sono vendute ad Augustus John. Il Comune di Parigi reclama il possesso dell'edificio di Rue du Delta che viene pertanto sgombrato.

Luglio: Torna a Parigi.

Paul Alexandre acquista un nuovo edificio in Place Dancourt (Montparnasse) e Modì si interessa di sistemarlo esponendo le sue “sculture rosse” a tutt'oggi non identificate. Frequenta i bar di Montparnasse, La Rotonde e il Dome (Incrocio tra Boulevard du Montparnasse e Boulevard Raspail).

Esegue molti ritratti a disegno nel caffè che poi da via in cambio di pochi spiccioli, spesso un bicchiere di pernod.

Settembre: Si dedica alla realizzazione delle cariatidi delle quali resta solo un esemplare. Forse teorizza con Brancusi la realizzazione di un Tempio della Bellezza riprendendo un'idea già discussa in Rue du Delta.

Esegue il ritratto ad olio di Jean Cocteau che lo paga 5 franchi ma non lo ritira mai adducendo il fatto che era troppo grande e costoso da trasportare. In verità lo trova “diabolico”. Lo prende Moise Kisling che poi lo passa al gestore de La Rotonde per il pagamento delle consumazioni in sospeso. Passato di mano in mano viene infine venduto per 3.000.000 di franchi e Cocteau si lamenterà del fatto che gliene rimaneva solo una fotografia.

Ottobre: Lascia la Cité Falguière e si trasferisce in Rue Raspail 216. Incontra Chaim Soutine che dimora a La Ruche (Passage de Dantzig 2) che lo scultore Alfred Boucher ha realizzato per dare a prezzo di costo uno studio agli artisti in bolletta.

Novembre: Espone le sue teste al Salon d'Automne ma non vengono vendute né notate.

1914 Si manifestano clinicamente i segni della TBC. Sputa sangue, sviene più volte ed è soccorso dai suoi amici che andavano a trovarlo per caso.
Incontra Beatrice Hastings, Beà, al caffè e presto inizia ad avere una relazione con lei. È scrittrice, critica letteraria, femminista, socialista ed anticonformista. Modì la ritrae molte volte.


Settembre: Al caffè conosce Ossip Zadkine scultore russo di Smolensk. Abbandona definitivamente la scultura forse per la polvere di marmo che gli nuoce, forse perché faticosa o semplicemente perché non invitato alla Armory Show, mostra tenuta negli USA, nella quale erano rappresentati moltissimi artisti europei. Secondo Zadkine “lo scultore che era in Modigliani poco a poco stava morendo”. In un cortile vide abbandonate le teste ed una statua intera. Se ne sono salvate 27 e l'ultima è stata battuta da Christie's per 52.8 milioni di dollari.

Novembre: Parigi, con l'entrata della Francia nella Prima guerra mondiale, subisce la vicinanza del fronte. I viveri scarseggiano, si diffondono le mense dove mangiare a prezzo di costo. Beà e Modì frequentano la mensa di Marie Vassilieff.

Il gallerista Guillaume Chéron, con galleria in Rue de Boétie, lo mette sotto contratto per dieci franchi al giorno più colori, pennelli e tele.

1915 Realizza l'autoritratto come artista di strada (da Picasso, Famiglia di Saltimbanchi)

ed il ritratto di Pablo Picasso sotto il quale scrive Savoir forse ironicamente.

Modì rompe con Cheron e nel frattempo ha conosciuto Max Jacob che lo fa incontrare con Paul Guillaume che diventa il suo nuovo agente. Sul suo ritratto dipinto nello stesso 1915 scrive la “Novo piloto”.

Intensifica l'abuso di alcool e droghe forse per mascherare i sintomi della TBC che lo avrebbero fatto isolare dai suoi conoscenti.

Esegue molti ritratti di artisti tra cui lo stesso Jacob e poi Indenbaum, Soutine, Lipchitz con la moglie e le amiche Lunia Czechowska e Hanka Zborowska moglie di Léopold Zborowski, detto Zbo, suo ultimo agente.

1916 Vive con Beà. I ritratti femminili assumono definitivamente il collo allungato sottolineato dalle scollature profonde. I ritratti maschili mostrano invece il collo coperto da colli di camicia, foulard, maglioni a collo alto. Forse anche questo un tentativo di mascherare i linfonodi ingranditi dalla TBC.

Beà inizia una nuova relazione con Alfredo Pina, scultore italiano allievo di Rodin.

Conosce Jeanne Hébuterne.

1917 Febbraio: Apollinaire torna dalla guerra ferito alla testa ed è premiato con d'Honneur. organizza una festa per lui nella quale ci sono Pina ed è invitato a non andare ma si presenta lo stesso. Affronta Pina che, secondo alcune versioni, avrebbe sparato. Esiste un disegno della Vassilieff che illustra la scena con Picasso, Matisse, Jacob ed altri che assistono alla scena ed Apollinaire coronato d'alloro. La relazione con Beà si chiude burrascosamente.

Maggio: Inizia la relazione con Jeanne nell'Hotel Dieu.

Luglio: Jeanne va a vivere con Modì in qualche alberghetto squallido tra quelli che lui frequenta. Tiene la relazione segreta per un anno tornando a dormire a casa tutte le sere. Resta incinta nell'autunno dello stesso anno.

Si trasferiscono nello studio di Rue de 14, sempre a Montparnasse.

Dicembre: Espone nella Galleria di Berthe Weill, Rue Tarbout 50. I nudi esposti gli valgono l'intervento delle forza pubblica che lo cita per oscenità.

Torna a dipingere ritratti. Nei nudi copre o maschera le parti intime forse sperando di arrivare ad un compromesso con la morale pubblica.

1918 Marzo: I Tedeschi puntano su Parigi, i cannoni a lunga gittata che colpiscono da oltre di distanza, il che rende la vita più precaria.

Scoppio in Europa di una epidemia influenzale arrivata con i soldati americani.

Francis Carco chiede di acquistare un nudo di Modì ma Leopold glielo regala adducendo il fatto che ha capito lui “lo ama”. Continua a spingere le opere di Modigliani anche se i più gli ridono in faccia. Predice loro che verrà un tempo in cui si morderanno le mani.

Jonas Netter e Roger Dutilleul, mercanti d'arte, si interessano ai suoi dipinti. Esegue il ritratto di Jonas Dutilleul. Simone Thiroux asserisce di avere avuto un figlio da Modì, Serge, di cui tuttavia si rifiuta di prendersi cura accampando il fatto che lei aveva avuto altri amanti e che in ogni caso non era in grado di badare al piccolo.Non Sto arrivando! con certezza se Beà abbia o meno avuto un figlio da lui.

Zadkine incontra Modì e lo descrive emaciato. Leopold Zborowski diviene agente di Modigliani contemporaneamente a Guillaume.

Jeanne parte con sua madre, che si è resa conto del suo Stato, per il sud della Francia. Forse spera di partorire nell'anonimato e dare in affidamento il figlio illegittimo.

Giugno: Con Zborowski, sua moglie Hanka, Soutine e Foujita, Modì parte per Nizza.

Luglio: A Nizza lavora per Survage che lo mette sotto contratto al ritmo di tre dipinti al mese che tuttavia spesso non consegna.

Settembre: Va a vivere con Jeanne in Rue Messena a Nizza.

Ottobre: Si trasferisce nell'hotel Tash in Rue de France.

Novembre: Si trasferisce con Jeanne e sua madre in Avenue de la California

Nasce Jeanne ed è registrata dopo tre giorni col cognome della madre.

André Hebuterne, fratello di Jeanne, scopre il parto e la minaccia di abbandono da parte della sua famiglia.

Dicembre: Modì è felice e scrive a sua madre “La bambina sta bene ed anch'io! Non mi stupisce che, essendo tu stata tanto madre, ti senta nonna anche al di fuori delle sanzioni legittime”.

1919 Rassegnata ad averlo perso ed al mancato riconoscimento del figlio, Simone Thiroux scrive a Modì implorando meno indifferenza e meno odio ma non esiste risposta nota.

Aprile: Passa a pieno sotto le gestione di Zborowski. Ottiene, oltre al pagamento dell'affitto dello studio e del materiale, uno stipendio di 15 franchi giornalieri. Nel contratto si chiedeva inoltre che Zborowski si interessi anche della commercializzazione delle opere di Soutine. Zborowski gli mette a disposizione una sala del suo appartamento nella quale Modì dipingerà tutti i suoi nudi dal momento che il suo studio non era abbastanza accogliente.

Maggio: Modì torna a Parigi.

Giugno: Jeanne torna a Parigi, La bambina è affidata alle cure di Lunia Czechowska. Jeanne è di nuovo incinta. Modì pensa ad una vita normale con la sua nuova famiglia. Scrive “Mi impegno a sposarla (Jeanne) appena arrivano i documenti (da Livorno)”.

Dipinge molti ritratti fra cui con il vestito azzurro.

Agosto: Espone alla Mansard Gallery di Londra dei fratelli Sitwell. La critica è entusiasta. Sul Burlington Magazine scrivono “La non comune sensibilità di Modigliani per il carattere si esprime attraverso la estrema semplificazione del colore e dei contorni, e attraverso le distorsioni più stupefacenti”.

Lo scrittore Arnold Bennett scrive: “Sono disposto a dire che le quattro figure di Modigliani sembrano presentare una somiglianza sospetta con dei capolavori!”-

Modì si è ammalato e non può andare a Londra.

Guillaume, che è proprietario della maggior parte delle tele esposte, sospende le vendite intuendo che l'eventuale morte del pittore porterebbe ad una lievitazione del loro valore.

Ultimi mesi: Si manifestano i sintomi della meningite tubercolare. Incontra Marie Vassileff che lo descrive così “Era così cambiato che non credevo ai miei occhi. Aveva perso i denti, i capelli erano incollati alla testa, lisci. Tutta la sua bellezza se n'era andata. “È finita, Marie!” mi disse".

Continua tuttavia a lavorare e dipinge la famiglia di Zborowski compresa la domestica Paulette Jourdain che diventerà amante di Léopold e gli darà un figlio che sarà allevato da lui e sua moglie Hanka, sterile, e che poi sarà lei stessa gallerista ed erediterà la galleria di Zbo.

Dipinge il ritratto di Thora Klinckowstorm incontrata nel caffè de ritratto scrive:

"La vita è un dono
dei pochi ai molti
di quelli che sanno ed hanno
a quelli che non sanno e non hanno."
Si dedica alla grande serie dei nudi che dipinge in casa di Zborowski.
Dipinge il suo autoritratto.

1920 Gennaio: Entra in coma per progressione della meningite tubercolare. Sta dipingendo il ritratto di Mario Vorvogli sul quale scrive “Hic incipit vita nova”.

Muore il 24 gennaio, alle 20: 45 nell'oggi scomparso Hopital de in Rue Saint-Pères, 37.

Suo fratello Mené viene avvertito da Zborowski e, non potendo presenziare, dà mandato perché venga sepolto “come un principe”.

Il 25 gennaio alle 3 del mattino Jeanne si suicida gettandosi dalla finestra della sua camera, al sesto piano della casa di Rue Amyot. La salma è sistemata nello studio di Rue de la Grande Chaumière 14.

Il 26 gennaio Modigliani è sepolto nel cimitero di Pére Lachais.

Il 27 gennaio Jeanne è sepolta nel cimitero di Bagneux.

1927 Febbraio: La salma di Jeanne è traslata al Pére Lachais accanto a Modigliani.
« Ultima modifica: Marzo 18, 2017, 23:41:26 da nuvolotta »
Chi non smanetta non impara