Successore del nonno Azzo VII nel 1264, per Ferrara; nel 1288 per Modena e Reggio Emilia nel 1289.
Sposa in prime nozze Jacopina Fieschi nipote di papa Adriano V; e in seconde nozze Costanza della Scala.
Alla morte del nonno Azzo VII, è l'unico discendente maschio ed ha solo 17 anni, perciò si richiede l'appoggio esterno per contrastare la minaccia di Manfredi figlio di Federico II, e dei ghibellini sempre molto attivi.
La sua nomina avviene in un'atmosfera molto testa. Di fatto verrà imposta al popolo con l'appoggio di Aldighieri Fontana fedelissimo agli Estensi. Famosa è la sua battuta che se Obizzo non avesse avuto discendenti lo si sarebbe dovuto fare anche di paglia "unum dominatorem constitueremus ex paleis" (dalla cronoca di Ricobaldo).
Diventa signore perpetuo anullando di fatto il Comune, il padrone di tutto è lui solo. Questa sopraffazione la si può evincere dai libri degli Statuti del 1287 che integrano i documenti del 1266, 1269, 1270, e 1271.
Per la città inizia un periodo di tirannia.
Obizzo è citato anche da Dante nell'Inferno canto XII, 111-112.
Calcolatore politico molto abile. Alla sua violenta passione non sfuggono fanciulle e spose di qualsiasi ceto sociale.
Con la morte sospetta di Aldighieri di Fontana, due anni dopo l'insediamento di Obizzo, tra le due famiglie si crea un solco non più colmato.
Muore nel 1293 strangolato nel proprio letto per mano probabilmente dei suoi figli Azzo e Aldobrandino, gelosi che il padre preferisse Francesco figlio della seconda moglie.
Non lascia il sucessore, per cui la città passa nelle mani di Azzo VIII suo primogenito. - tavola V
discendenza:
Prima moglie: Beatrice, Azzo VIII e Aldobrandino II.
Seconda moglie: Francesco e Maddalena