Attesa


Oggi fa caldo, tanto. Non mi ricordo una giornata così torrida da...... no proprio non ricordo se mai ci sono state giornate così.
Chiudo le finestre perché entra aria bollente, sembra venga direttamente dall'inferno! Ne lascio aperta solo una, mi sembra quasi un'infamia chiuderle tutte, siamo in estate accidenti!

Nel silenzio caldo del pomeriggio accendo la tv e decido di non fare nulla!
Qualsiasi gesto, oggi, costa fatica; le goccioline di sudore scendono dalla fronte, i ventilatori non fanno un granchè.
Perfino fare zapping costa fatica.
Da fuori non proviene nessun rumore, nemmeno delle poche macchine che di solito transitano.

I gatti sono stesi sul pavimento in cerca di fresco; stanno così immobili che fisso il loro ventre per vedere se respirano. I cani sono più schizzinosi, loro sono stesi sul tappeto ai miei piedi, ma anche loro se ne stanno fermi, solo quando mi muovo aprono un'occhio per vedere cosa faccio, il caldo ha messo ko anche loro....

Nel silenzio si sentono solo le voci della tv, ma, in sottofondo sento un'altro suono....metto il muto e ascolto... sono le cicale! E' un suono che mi riporta bambina nei pomeriggi estivi passati da mia zia in campagna, mi torna anche alla mente il mastello di metallo che si usava per il bucato, la mia prima piscina!
Lo riempiva d'acqua al mattino e lo metteva al sole, e io bambina di 5/6 anni ci passavo delle ore seduta a mollo a giocare. Ogni tanto uscivo per osservare i piccoli insetti della campagna, e poi mi ributtavo nel mastello per cercare il fresco dell'acqua.....a quei tempi non c'erano pc, play-station e compagnia bella, la tv c'era ma era più divertente stare a giocare in cortile.

Il resto dell'anno vivevo in città, ma d'estate andavo in campagna dalla zia e ci rimanevo un mese, anche se mi mancava la mia famiglia.
Penso fosse per questo motivo che mia zia faceva di tutto per farmi stare bene... ho adorato quella zia, mi ha insegnato ad andare in bicicletta e lavorare a maglia, passavo delle ore ad osservarla mentre copriva le sedie di rafia o di paglia che intrecciava lei. Da quelle mani sembrava uscisse una magia: con gesti che sembravano ripetitivi e sempre uguali uscivano sedie con coperture a spicchi, righe, quadrati; nel giro di poche ore uno scheletro di sedia diventava una piccola opera d'arte..... un mestiere che oggi non fa più nessuno.
Mio zio invece faceva le scope di saggina che raccoglieva lui in giro per i campi; era veramente abile ad intrecciare e fermare i ciuffi di saggina.
Con lui ho imparato a catturare le rane di notte con una calza annodata e pescare con il bilancino, la fortuna era abitare proprio sull'argine del Po di Volano e di sicuro non era inquinato come oggi.
Chissà perchè a quei tempi il caldo non mi dava così fastidio........

Quanti ricordi vengono alla mente in un pomeriggio d'agosto e il frinire delle cicale...

martedì 21 agosto 2012


tornasu
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